Il Friuli-Venezia Giulia, essendo una regione di confine tra l’Italia, la Slovenia e l’Austria,
risente moltissimo dell’influenza di questi paesi.
risente moltissimo dell’influenza di questi paesi.
In particolare, è ancora in uso ricordare le tradizioni del matrimonio carsico
in una manifestazione che si svolge ogni due anni,
l’ultima settimana di agosto, a Monrupino (Repen).
Durante le Nozze Carsiche, Kraška ohcet in sloveno,
si rievoca un suggestivo cerimoniale del tardo 1800,
in cui si ripropongono in tre serate i principali momenti dei matrimoni celebrati a quei tempi.
La prima sera c’è l’addio al celibato, che si svolge a Repen tra gli amici dello sposo.
Nel frattempo l’addio al nubilato è a Col, tra la sposa e le sue amiche.
Terminate le cene sposo e sposa si riuniscono nella piazza di Repen
e aprono le danze accerchiati da tutti i loro amici!
e aprono le danze accerchiati da tutti i loro amici!
Il secondo giorno poi, c’è la tradizionale serenata che il futuro sposo,
accompagnato dagli amici, dedica alla sua amata:
sotto la sua finestra, intona tipiche canzoni slovene,
osservato però dalla mamma di lei,
che veglia affinché i due non si incontrino prima del grande giorno!
La terza sera, la vigilia delle nozze,
c’è il trasporto della dote durante il quale la sposa attraversa Monrupino
fino alla sua nuova casa su un carro contenente il corredo.
Infine la domenica si celebrano le nozze,
che hanno validità sia religiosa che civile,
nella chiesetta in pietra della Rocca di Monrupino,
con sposi e invitati vestiti in abiti tradizionali.
Tutto il corteo poi scende lungo la rocca,
capeggiato da un fisarmonicista, fino alla Casa Carsica,
che simboleggia la dimora dello sposo,
in cui avviene la rituale consegna della sposa.
Alla fine della cerimonia c’è il pranzo nuziale a base di piatti tipici
e la festa continua fino a sera con danze folkloristiche tra sposi,
invitati, e chiunque voglia divertirsi!
Durante i giorni di festa sono aperti in paese le storiche osmize
(luoghi dove si vendono e si consumano vini e prodotti tipici
direttamente dai locali e dalle cantine dei contadini che li producono),
oltre ai chioschi enogastronomici con prodotti locali.
direttamente dai locali e dalle cantine dei contadini che li producono),
oltre ai chioschi enogastronomici con prodotti locali.
La manifestazione comprende una settimana intera di eventi
che sono divenuti ormai una vera attrazione turistica!
Un altro rituale legato al matrimonio era riservato allo sposo:
se questo fosse stato originario di un paese diverso da quello della sposa,
doveva pagare un “pedaggio” ai giovani del luogo.
Un’altra prova che il futuro sposo doveva affrontare,
era “il ratto della sposa“, organizzato dal testimone di nozze, il quale,
dopo aver prelevato la sposa, ne approfittava per fare un giro assieme a lei in città
lasciando in sospeso vari conti, tra bar e osterie, che lo sfortunato sposo doveva saldare,
mentre era anche impegnato a rincorrere la moglie per riaverla il prima possibile.
Una tradizione montanara vuole che gli sposi, dopo la cerimonia,
taglino un tronco d’albero usando la sega doppia dei boscaioli,
per celebrare e ricordarsi della collaborazione reciproca che servirà
tra marito e moglie per affrontare le difficoltà del matrimonio insieme.
A San Daniele del Friuli, fino a qualche anno fa
era uso celebrare una cerimonia ispirata al matrimonio celtico,
per ricordare le origini di un popolo che ha sicuramente lasciato
le sue tracce in questa regione.
Sette giorni prima del matrimonio,
la coppia doveva compiere una serie di atti purificatori
con l’utilizzo dei quattro elementi naturali
(aria, acqua, fuoco e terra).
Il matrimonio veniva in seguito celebrato nella foresta,
tra gli alberi o vicino ad un corso d’acqua.
La sposa raggiungeva lo sposo, coperta da un cappuccio nero,
e insieme sceglievano una pietra, che veniva lavata e purificata,
e che sarebbe stata tramandata di generazione in generazione,
insieme alla storia della famiglia.
Il rito era simile a quello dell’handfasting
(ti parlo di questa cerimonia in questo video IGTV)
in cui gli sposi intrecciavano insieme due corde,
una di colore bianco e una rossa, ad indicare le due anime che si fondono,
e infine bevevano l’idromele dallo stesso calice.
Veniva poi acceso un fuoco,
che simboleggiava la passione e l’amore della coppia.
Dopo lo scambio delle fedi, iniziava il ricevimento con danze e balli “circolari”,
al suono dell’arpa celtica.
Oggi moltissimi riti simbolici,
scelti da sempre più coppie per celebrare il loro matrimonio,
provengono dalla cultura celtica e dai rituali, suggestivi ed emozionanti,
che questo meraviglioso popolo è riuscito a tramandare fino a noi.
Se ti interessa approfondire l’argomento della cerimonia simbolica,
te ne parlo in questo articolo, e su diversi video sul mio profilo Instagram.
Se hai bisogno di una mano per scrivere la tua cerimonia simbolica personalizzata,
puoi contattarmi qui.
Alla prossima regione!
Caterina