Le vacanze cominciano a farsi sentire, e così ho pensato di parlarti delle tradizioni matrimoniali di una delle mete estive per antonomasia: la meravigliosa Sardegna.
Qui le tradizioni sono ancora molte, molto radicate, e molto apprezzate, non solo in Italia, ma in tutto il mondo, sicuramente perché davvero sceniche ed emozionanti, e tramandate dalle comunità agropastorali con un forte senso d’amore e orgoglio per la propria storia.
Il matrimonio tipico sardo si può ancora rivivere in particolare durante due feste: la prima è la Coia maurreddina, rievocazione dell’antico matrimonio di Santadi e di riti della comunità agropastorale del basso Sulcis, la seconda è la sa Coja antiga cerexina, detto l’Antico Sposalizio selargino, la più antica riproposizione dello storico matrimonio campidanese, che accoglie a Selargius usi e costumi di tutte le comunità sarde.
I preparativi durano intere settimane!
Le sarte più esperte confezionano gli abiti in broccato e seta per la sposa, e in orbace nero e lino per lo sposo.
Vengono scelti i canti più coinvolgenti, sempre rispettando la tradizione de sa Coia maurreddina (lo sposalizio mauritano), e sono scelti i buoi più forti da attaccare alle traccas, i tipici carri sardi. Saranno proprio questi, adornati di arazzi, tralci di vite, spighe e fiori, ad arrivare a casa degli sposi su un tappeto di petali rossi e ramoscelli (sa ramadura), per portarli finalmente all’altare.
Ma tutto il paese parteciperà a questo caratteristico corteo, infatti ogni famiglia salirà sul proprio carro, seguiranno poi i cavalieri e i suonatori di launeddas, fino al luogo della cerimonia.
Segue la benedizione degli sposi con l’acqua da parte dei genitori, e quello de sa ‘razia (la grazia), ossia la rottura di un piatto colmo di riso, grano, sale, monete e petali di rosa, simboli di abbondanza, saggezza, ricchezza e amore, poi sparsi sul capo dei novelli sposi.
Una volta che il piatto sarà rotto a terra, sempre come simbolo di buon auspicio, la festa proseguirà fino a notte fonda.
A Selargius, per dire sì con l’antico rito ci si prenota da tutto il mondo e con anni di anticipo!
Le celebrazioni nuziali iniziano il giovedì o il venerdì, con sa cantada a is piccioccas: giovani in abiti tradizionali che accompagnano lo sposo su un carro adornato per cantare la serenata sotto casa della sposa. Le donne di famiglia sono tutte affacciate alle finestre, mentre gli uomini intonano canti polifonici di corteggiamento.
Il sabato poi, il corredo della sposa è trasportato da carri a buoi nella casa dove andranno a vivere i futuri sposi, preceduti da ospiti in abiti tradizionali e suonatori.
E infine, la domenica inizia con la vestizione degli sposi all’interno di una grande casa campidanese.
Da qui partono sposi, testimoni, parenti, invitati, cavalieri e gruppi folk provenienti da tutta la Sardegna, accompagnati da suonatori di launeddas e tumbarinos.
Il corteo sfila per le vie storiche della città, sino alla parrocchiale della santissima Vergine Assunta, dove avviene la lunga celebrazione tutta in sardo campidanese.
Dopo lo scambio degli anelli, le mani degli sposi sono unite da sa cadena, la catena nuziale, costituita da 66 anelli d’argento, simbolo di fede e del vincolo perpetuo.
La sposa indossa delle opere di maestria unica: abiti in broccato, veli di pizzo ricamati a mano e le is prendas, ori e gioielli antichi.
Una volta terminata la funzione religiosa, gli sposi escono fra gli applausi accompagnati dal lancio di due colombe.
La celebrazione prosegue, poi, nella vicina chiesa di san Giuliano, dove gli sposi scrivono una promessa d’amore che sarà qui custodita e svelata solo dopo il venticinquesimo anno di matrimonio (con lettura del primogenito).
Dulcis in fundo, su cumbidu, il banchetto nuziale, preceduto dai classici riti di buon auspicio e prosperità (la benedizione dell’acqua, e sa ‘razia), e sarà seguito da una lunga festa allietata dallo spettacolo imperdibile dei gruppi folk.
…Riti ancestrali, canti e balli tipici e folkloristici, sgargianti colori e prelibati sapori della tradizione si fondono tutti insieme per creare un’armonia di straordinaria meraviglia e stupore, che lascia a bocca aperta il mondo, ci fa sognare e rivivere echi di tempi passati, che tuttora ci appartengono, raccontando la storia di ognuno di noi.
I matrimoni italiani raccontano la storia di un popolo incredibile, ed orgoglioso di esserlo davanti a tutto il mondo: di quale vorresti leggere nel prossimo articolo?
Intanto qui trovi le tradizioni della Toscana!
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Caterina