Sapevi che prima di chiamare il mio progetto The Other Wedding,
avevo scelto il nome Hekate design&events?
Quando ho capito cosa volevo fare da grande, ovvero tra il 2016 e il 2017,
una delle prime cose che ho dovuto decidere è stata proprio
come chiamare il mio brand.
Come mi presento?
Stavo iniziando a dare forma al mio più grande sogno, obiettivo, desiderio,
e pensavo che il “come mi chiamo” fosse davvero molto importante.
Volevo trasmettere già tramite il nome
quello che volevo trasmettere anche alle mie coppie,
ovvero che la loro bellezza insolita, e spesso fraintesa,
ai miei occhi era una dote, da valorizzare e mostrare con fierezza al loro matrimonio.
Tuttavia all’epoca non ero assolutamente consapevole del messaggio che volevo inviare agli sposi!
Era lì, latente e nascosto dentro di me da sempre…
E pensavo solo che volevo creare e organizzare matrimoni per quelle persone
che si sentivano come me,
diverse e spesso incomprese,
quelle che hanno sempre l’idea fuori dal coro,
e spesso vengono additate come “strane” per questo!
Come avrebbero potuto avere un matrimonio che mostrasse le loro personalità
in un mondo così tradizionalista e rigido come quello delle nozze?
Così, come faccio sempre, è iniziata la mia tormentata ricerca del nome perfetto.
Volevo che trasmettesse tutti questi sentimenti, e raccontasse anche me,
perché “chi si somiglia, si piglia”, no?
Ecco allora che, tra le mille idee, trovo una delle derivazioni del mio nome, Caterina.
Infatti Hekate, (anche Hecate o Ecate) era una dea pagana,
da cui deriva il nome Caterina.
Inizialmente dea delle terre selvagge in Tracia,
poi dea della magia e della notte per i greci e i romani.
La sua figura è purtroppo stata travisata nel periodo post-rinascimentale,
attribuendole un significato negativo, che la vedeva come dea della stregoneria e degli spettri,
e viene dipinta tale anche nelle rivisitazioni moderne,
come nella serie tv “Le terrificanti avventure di Sabrina”.
Nell’antichità invece, Hekate era una dea misteriosa e venerata per molteplici aspetti.
“La dea Ecate è una divinità misteriosa e poliedrica, in parte ancora da scoprire.
Bollata abusivamente dai moderni come ‘ctonia’, come ‘dea degli Inferi’ o ‘signora della magia’,
la sua figura è stata appiattita sotto il peso di improprie e riduttive etichette,
misconoscendo in questo modo la complessità diacronica di uno dei soggetti divini meno studiati
e compresi del “pantheon” greco.
Uno studio dettagliato delle molteplici manifestazioni rituali in suo onore
e delle testimonianze antiche (letterarie e non solo) rivela infatti un profilo inedito
di questa divinità, un profilo assai più complesso di quanto si pensasse finora.
Si tratta di una dea ambigua che non ammette rigide qualifiche,
di una protettrice dalla quale occorre anche proteggersi.”
(La dea Ecate nell’antica Grecia. Una protettrice dalla quale proteggersi, Nicola Serafini, Aracne ed. 2015).
Dea della fertilità e del ciclo della vita, per alcuni era la madre di Circe e delle Tre Grazie.
Dea dei trìvi (tre vie che convergono in un punto), dea della libertà di scelta, dea della luna calante.
Era definita potente e saggia, ed era rappresentata una e trìna,
riunendo in sé i tre aspetti di fanciulla, madre e anziana, e per questo definita multiforme.
Era inoltre una delle poche dee che poteva muoversi liberamente
tra il mondo degli uomini, quello degli dèi e il regno dei morti.
Proteggeva i viandanti, guidandoli nella scelta del percorso giusto e meno pericoloso.
Il numero 3 era a lei sacro, come i cani, con cui è spesso raffigurata, e la colomba.
Era perfetta.
Mi piaceva davvero tantissimo questa dea incompresa e potente,
per non parlare del significato di guida che richiamava il mio ruolo per gli sposi.
E in più, il riferimento al numero 3 e ai cani,
che combaciava perfettamente con la mia volontà
di inserire nel logo anche il nodo di Tyrone,
che ho poi mantenuto nel passaggio al nuovo brand
(puoi leggere il suo significato approfondito in questo articolo).
Tyrone è il mio siberian husky, importantissimo per me.
Il suo nome deriva dalla simbologia celtica,
e tra i vari significati c’è anche quello della Trinità e del trifoglio…
“INCREDIBILE!”, ho pensato,
stupita da tutte quelle coincidenze.
Così eccolo nella A del logo di Hekate, come per magia!
Avevo finalmente trovato il nome e il logo perfetto,
o meglio, lui aveva trovato la via per mostrarsi a me in queste vesti.
Andando avanti però, mentre lasciavo il mondo dello “studio” e della “ricerca”,
in favore di quello reale, mi sono infatti riscontrata con la dura realtà.
La maggior parte dei fornitori strabuzzavano gli occhi e storcevano il naso quando dicevo loro:
“piacere, sono Caterina di Hekate design&events”.
Per non parlare di quando mi chiedevano la mail,
Dieci minuti persi per fare lo spelling tra i vari
“eeeeeh?!?! Chiiiii?!? Cosa?! Come?!?!”.
Insomma, era un nome troppo difficile, troppo di nicchia…
Così, a malincuore, e con una difficoltà davvero immensa,
dato quanto gli ero (e sono) legata,
l’ho cambiato in favore di The Other Wedding
e di una consapevolezza maggiore del messaggio che, tramite il mio brand,
voglio trasmettere e diffondere.
Oggi sono contenta della scelta che ho fatto,
e sono ancora più contenta di essere stata d’esempio e di avere ispirato
altre wedding planner che hanno riutilizzato questo nome.
Sono sicura che rivedrò presto Hekate in uno dei miei prossimi progetti!