Amrita + Andrea
Un matrimonio in montagna come in una favola nordica
Ci siamo conosciuti nel novembre dell’anno scorso, a dicembre abbiamo deciso che avremmo lavorato insieme, e il matrimonio si sarebbe tenuto a giugno. Quando mi chiedete se si può organizzare un matrimonio in pochi mesi, la mia risposta è no. Ma ovviamente ogni regola ha sempre la sua eccezione unica e straordinaria, e per me il matrimonio di Amrita e Andrea è stato proprio questo: un’eccezione meravigliosa e indimenticabile.
Partiamo dall’inizio: la location selezionata dagli sposi è il bellissimo Camping Hobo, in Val d’Aosta, che i ragazzi conoscevano da tempo per precedenti vacanze trascorse ai piedi del Monte Bianco. Un posto meraviglioso, che però non avrei potuto valutare di persona per un bel po’ di tempo a causa della neve (vuoi sapere quanto tempo? Fino a maggio! Considerando che il matrimonio si sarebbe tenuto a giugno, per me questo è stato un enorme problema).
Eleonora non solo mi ha spiegato e aiutato a prevedere e valutare tutte le criticità, attraverso parole e foto, ma è soprattutto una donna che conosce la sua terra ed è stata essenziale per prevedere e gestire il variabile tempo di questa zona, anche perché il piano B, che in tutti i matrimoni di cui mi occupo è sempre equivalente al piano A, in questo caso era innegabilmente molto diverso da ciò che Amrita e Andrea desideravano.
La montagna è stata la grande protagonista del loro matrimonio: maestosa, fredda, ma sempre pronta ad accogliere chi vuole rifugiarsi dal brusio, dal caldo, dal turbinio della vita quotidiana. La montagna non è per tutti: fa male alle gambe, ma solleva lo spirito di chi decide di viverla.
Amrita e Andrea hanno sempre amato fare camminate in montagna, la sensazione della fatica nelle gambe e la gratificazione dell’infinito negli occhi. Ed è proprio da qui che siamo partiti per dare vita al loro matrimonio dall’ispirazione nordica.
Il poco tempo a disposizione è stato compensato dalla fondamentale collaborazione di Amrita, anche se più che collaborazione definirei proprio lavoro di squadra.
Insieme ci siamo occupate di tutto ciò che riguarda la stationary matrimoniale, come il tableau, le partecipazioni, i menù, i sottopiatti. Tra gli acquerelli di Amrita e le illustrazioni del libro della sua nipotina, abbiamo raccontato la loro storia, e la storia del territorio in cui questo matrimonio ha preso vita (ti ricordi questo articolo sul rapporto tra matrimoni e territorio?).
Ogni dettaglio è stato pensato e realizzato con cura e delicatezza, mettendo qualcosa di Amrita e di Andrea in ogni più piccolo particolare, come il portafedi: un nido vero trovato durante una delle loro passeggiate.
Andrea indossava un abito coordinato al tema ricercato e perfetto, per lui e per la loro giornata: un abito sposo davvero unico.
Amrita ha trovato il suo abito subito: dopo qualche prova, sapeva che era lui quello che la chiamava, quello che le apparteneva. Ma sono stati i dettagli ciò che hanno reso tutto l’insieme così magico.
L’acconciatura da Valchiria è stata completata da perline per capelli vichinghe e soprattutto dallo splendido accessorio fatto a mano con la millenaria tecnica del ricamo in oro: Amrita appariva davvero una Valchiria dei nostri tempi, dal fascino etereo e potente.
Per organizzare il loro rito simbolico ci siamo liberamente ispirati alla tradizione nordica e celtica, perché i due sposi si sentissero davvero rappresentati dalla celebrazione della loro unione.
Amrita si faceva strada insieme al suo papà e al suo bouquet di stelle alpine (d’allevamento, si intende) attraverso gli invitati. Questi erano in piedi, disposti a semicerchio intorno all’altare, come ad abbracciare la nuova famiglia che si stava formando. A ciascuno di loro era stato dato un cartellino di benvenuto, i semi per gli uccellini selvatici da lanciare agli sposi e una provetta di vetro con l’idromele.
Andrea l’aspettava pieno di emozione all’altare, dove erano stati posti due boccali in corno con il bordo placcato in ottone per l’idromele e la pietra del giuramento, incisa con il nodo di Bowen, simbolo di protezione e di amore eterno. Un’arpa ad accompagnare con la sua musica e con i suoi sussurrati silenzi tutta l’intensità di questo momento.
L’Idromele è una bevanda alcolica derivata dalla fermentazione del miele, che ha sempre avuto uno stretto legame con il matrimonio (il modo di dire “luna di miele” ti dice niente?). Il rito consiste per sposo e sposa di bere per tre volte da un calice l’idromele, così da suggellare il loro amore con un augurio di dolcezza e prosperità.
Le tribù celtiche erano profondamente legate alla terra e agli spiriti che la popolano. Attraverso la pietra del giuramento si attiva un collegamento proprio con gli spiriti del luogo, ma anche con gli spiriti degli antenati, chiamati a suggellare l’unione della coppia. I due pronunciano i loro voti toccando la pietra, per poi lasciarla andare in un corso d’acqua, esattamente come hanno fatto Amrita e Andrea. In questo modo il giuramento solenne viene pronunciato e suggellato non solo dai vivi, ma anche dagli spiriti.
Questo è stato probabilmente uno dei momenti più intensi del matrimonio di Amrita e Andrea: consiste nel consegnare nelle mani degli amici e dei parenti le fedi nuziali, legate da un nastro o inserite in un sacchetto di stoffa.
Gli invitati uno per volta concentreranno energie positive e beneauguranti stringendo gli anelli tra le proprie mani, fino a riconsegnarli ai due sposi che a questo punto li indosseranno, carichi di tutto l’amore e le energie dei propri familiari. Questo è sicuramente uno dei riti più coinvolgenti, e devo dire che anche per me è stato emozionante provare sulla mia stessa pelle quell’energia che si è scatenata in quel momento. Erano amore e tenerezza, di una tale forza che quasi si potevano toccare. Per questo ho deciso di definire questo matrimonio “potente”, perché potenti sono state le emozioni che noi tutti abbiamo provato.
Tutto il loro rito, come ti dicevo, si è ispirato alla tradizione nordica, suggellando questa ispirazione nel momento dello scambio delle fedi, per cui, come ti ho spiegato qui, Amrita e Andrea hanno indossato autonomamente le proprie fedi, a simboleggiare la totale libertà della loro unione, paritaria e indipendente.
Il brindisi finale con l’idromele è stato condiviso con tutti gli ospiti, la Pietra del Giuramento è stata lasciata andare in un corso d’acqua subito dietro a dove si teneva la cerimonia. Tutto è stato fluido e spontaneo, emozione pura, senza artifici o desiderio di apparenza, e questa è una delle cose che mi piace di più di quando ho l’onore di organizzare un matrimonio con rito simbolico.
Terminata la cerimonia, ci siamo trasferiti alla location dove i tavoli imperiali erano allestiti rispettando il tema legato a boschi e montagne, con decorazioni del sottobosco alpino, posizionati sotto suggestive tende beduine stretch. I segnaposti erano pietre raccolte e scritte da Amrita stessa.
L’ingresso degli sposi al pranzo è stato reso ancora più intenso dalla competenza del dj, di cui ti ho già parlato qui, che ha inserito il pezzo perfetto per quel momento, scatenando immediatamente l’emozione in Amrita.
Le sensazioni e le emozioni vissute durante la cerimonia ci hanno accompagnato anche per tutto il banchetto, permettendo a tutti gli invitati di vivere con spontaneità e allegria l’intero evento, correndo a piedi nudi sull’erba, ridendo con i bambini e giocando con i cani, in particolare con Argo, il cane degli sposi ovviamente presente al matrimonio.
L’affinità con Amrita e Andrea è stata immediata e il lavoro di squadra assolutamente fondamentale per organizzare un evento così perfetto in soli sei mesi. E sono davvero grata di aver avuto l’opportunità di essere stata partecipe di tutto questo.
Design + Planning • The Other Wedding
Fotografia • George Novac
Flower design • Petali di Alice
Location • Camping Hobo
Catering • Catering Agù
Musica • Umberto Fabbri dj
Arpista • Silvia Bonino
Noleggi • Venturino noleggi
Torte • La patisserie Bovio
Accessorio sposa ricamato in filo d’oro • Aembrosia luxury embroidery